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giovedì 25 gennaio 2024

FOGLIE AL VENTO di Aki Kaurismaki

Un uomo e una donna si incontrano una notte a Helsinki in un karaoke. Si notano l’un l’altro e si piacciono subito ma nessuno fa la prima mossa. La donna lavora in un supermercato, l’uomo è operaio meccanico, poi entrambi perdono il lavoro, lei perché ha rubato cibo scaduto, lui per alcolismo. Nel corso delle stagioni si sfiorano, le loro solitudini e le loro povertà sono simili ma la casualità sembra sempre intromettersi tra loro: numeri di telefono persi, appuntamenti mancati, addirittura un incidente. Aki Kaurismaki scrive e dirige un film delizioso sull’incontro di due anime forse non pure ma in cerca di un appiglio importante e definitivo nella loro vita vuota d’amore. Un film delicato che senza lungaggini (in tutto la pellicola dura un’ora e venti titoli finali compresi!) ci mostra la durezza della vita precaria e la disperazione della solitudine in una società che non bada ai poveri e agli ultimi. Il film è perfetto, ben calibrato nel ritmo del tempo che passa e negli eventi che capitano. Ha questa lievità del racconto che si mostra senza essere giudicato, un po’ come lo sguardo del regista che si tiene lontano non per indifferenza ma per accortezza, avendo poi la capacità di trasformare il pianto in sorriso. Come lo stesso regista ha spiegato “Foglie al vento” si può porre all’interno della trilogia formata da “Ombre nel paradiso”, “Ariel” e “La fiammiferaia”. Kaurismaki si prende la libertà, in questo suo film molto godibile, di omaggiare Jarmusch, Bresson, Chaplin e altri. Premio della Giuria al Festival di Cannes 2023. Da vedere. Al cinema.

giovedì 18 gennaio 2024

THE HOLDOVERS - LEZIONI DI VITA di Alexander Payne

 

Un severo insegnante americano di mezza età si trova costretto a passare le vacanze natalizie nel collegio, dove insegna da una vita, insieme a uno studente brillante e svogliato e a una cuoca che ha appena perso il figlio in Vietnam. È ambientato nel New England del 1970 il nuovo film di Alexander Payne, che ebbe una insperata notorietà per "Paradiso nero" (2011) e un buon successo con "A proposito di Schmidt" (2002) e "Sideways" (2004), quest'ultimo con Paul Giamatti. Proprio a Giamatti, ottimo caratterista (appena premiato con il Golden Globe per Migliore attore per film commedia o musicale) Payne affida il ruolo dell'insegnante severo. Che se è tale è certamente per una serie di motivi, che si sveleranno nel film. Il tema non è certo nuovo: come possano, in una situazione di forza maggiore, due persone molto diverse per carattere e vita prima scontrarsi e poi parlarsi e capirsi. A loro si aggiunge la figura femminile della cuoca (la brava Da'Vine Joy Randolph, anche lei premiata con il Golden Globe per Miglior Attrice non protagonista e l'Oscar per la stessa categoria) che non fa da collante tra i due ma in qualche modo li tiene a bada. Il film è una commedia piena di ironia in cui si sorride molto; l'operazione funziona, è credibile e godibile, ha un buon ritmo e una regia pacata e efficace. Gli attori rendono al meglio nelle situazioni che la sceneggiatura, scritta dal qui anche produttore David Hemingson (al suo debutto come scrittore per il cinema), propone loro. Sullo sfondo della storia il dramma del Vietnam e dei rapporti interpersonali oltreché razziali. Prendetevi due ore e poco più per godervi questa storia tranquilla e divertente, leggera eppure un po' amara, come sempre nello stile di Payne. Ottima anche la prova dell'esordiente Dominic Sessa, scelto tra dodici candidati e che Variety cita nella lista dei 10 migliori nuovi attori da seguire in futuro. Al cinema.

venerdì 12 gennaio 2024

PERFECT DAYS di Wim Wenders

Hirayama è un uomo di mezza età che conduce una vita tranquilla e routinaria: la mattina si alza, prende il suo furgoncino e va al lavoro, durante la pausa mangia un tramezzino al parco e fotografa la luce che filtra tra gli alberi, finito il lavoro torna a casa, smette gli abiti di lavoro, prende la bicicletta e va al bagno pubblico a fare la doccia e a rilassarsi nella vasca comune, poi va a mangiare, sempre nel solito posto, torna a casa, legge un libro e poi dorme. I giorni si ripetono sempre uguali, eppure diversi. Tornato a Tokyo a quasi qua-rant’anni da “Tokyo – Ga”, Wim Wenders, un giovanotto di settantotto primavere racconta la storia di un uomo comune che vive solo e che ama leggere libri usati, ascoltare musica anni 60-70 su audiocassette e fare fotografie agli alberi con una macchina analogica per cogliere il “komorebi”, che in italiano non si traduce con una sola parola, ma assume il si-gnificato non solo di catturare la luce che filtra attraverso gli alberi, ma anche un momento molto intenso dell’animo, capace di dare una sensazione magica e malinconica. Sensazioni che pervadono questo bellissimo film, scritto in collaborazione con Takuma Tarasaki, un’opera che parla della bellezza della vita di tutti i giorni. La si vede nello sguardo pieno di meraviglia del protagonista (uno straordinario Kôji Yakusho, Miglior Attore a Cannes 2023) che, ogni volta che esce di casa ha il volto sorridente rivolto al cielo, come a saggiarne la poesia e le possibilità di una nuova giornata. Wenders omaggia Ozu chiamando il suo personaggio con lo stesso nome del protagonista dell’ultimo film del grande regista giapponese. Grande risalto e importanza ha la colonna sonora (come in tutti i film di Wenders): The Animals, Patti Smith, The Rolling Stones, The Velvet Underground, Otis Redding, The Kinks, Van Morrison, Lou Reed, Nina Simo-ne, praticamente un tuffo negli anni ’60. Perfect days è un film che cresce piano e che si fa largo nell’animo dello spettatore (s)travolgendolo con grande forza, tanto da lasciar senza fiato e senza parole. Un vero capolavoro. Al termine dei titoli di coda il significato della parola “komorebi”. Da non perdere. Al cinema.