Patrick e Art sono due talentuosi giocatori di
tennis che dopo aver vinto la finale di doppio giovanile del torneo US Open
incontrano Tashi, astro nascente del nuovo tennis femminile e ne restano molto
attratti. Poiché il giorno dopo i due ragazzi dovranno giocare uno contro
l’altro nella finale del torneo giovanile Tashi promette il proprio numero di
telefono al vincente. Dal momento che i due sono molto legati tra loro la
proposta della ragazza inizia a minare il loro rapporto di profonda amicizia
trasformandolo in una rivalità che continuerà negli anni a venire.
Tranquillizzatevi, il nuovo film di Luca Guadagnino non è esclusivamente sul
tennis. Lo sport in questione viene usato per raccontare una storia di amicizia
e amore, di prime esperienze, di sentimenti travolti, un coming of age
particolare che ricorda, per certi versi, l’eccezionale “Jules e Jim” di
Francois Truffaut: anche lì i due amici sono attratti dalla stessa ragazza e vivono
un rapporto a tre che rinsalda l’amicizia tra i due uomini. Sono passati più di
sessant’anni dal capolavoro del maestro francese e nessuno si scandalizza più
per film che parlano (peraltro in “Challengers” piuttosto velatamente) di relazioni
triangolari. Il punto è che nel film di Guadagnino tutto è ben misurato, forse
anche troppo, e l’operazione sembra studiata a tavolino, tralasciando la parte
empatica che è poi quella che nei film colpisce di più lo spettatore. Che qui
rimane colpito (o meglio dire stordito) dalla musica elettronica di Trent
Reznor e Atticus Ross (Nine Inch Nails) lanciata a tutto volume per buona parte
del tempo per creare contrasto con immagini pacate, e spesso, al rallentatore. E’
un peccato, perché Guadagnino sa filmare, è bravissimo nel tenere alto il
ritmo, la sceneggiatura fila liscia come l’olio, tutto scorre tra i vari sbalzi
temporali (e umorali) della storia. Eppure si arena, non colpisce con la potenza
della palla da tennis sparata a tutta forza da una parte all’altra del campo.
Tra gli interpreti spicca uno strepitoso Josh O’Connor (Patrick) mentre vari
passi indietro rimangono Mike Faist (Art) e Zendaya (Tashi) qui anche nella
veste di produttrice. Nonostante l’impressione di un’occasione persa è un film
che merita la visione. Al cinema.
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