Here, ovvero qui. Il nuovo film di Robert Zemeckis parla di un luogo qualunque, un piccolo quadrato di terra dai tempi dei dinosauri ai giorni nostri, seguendo le vicende di una tipica famiglia americana. Gioca con il tempo, e alterna passato, presente e futuro a volte anche simultaneamente, come a dire che il tempo, in un certo senso è sempre quello, e l'uomo non è cambiato nelle sue manifestazioni di vita, di amore e di morte. La macchina da presa inquadra sempre lo stesso perimetro mentre quadrati e rettangoli digitali compaiono e si aprono sulla scena passando alla successiva, nel passato remoto o prossimo in un'alternanza temporale che prosegue per tutto il film. Che, va detto, in questo è senza dubbio geniale, però alla lunga il gioco annoia un po', nella sua ripetitività formale alla ricerca del proprio stile. Discutibile, ma efficace, girare con l'IA che modifica le età filmiche dei due protagonisti principali. In questo modo Tom Hanks e Robin Wright possono interpretare i loro ruoli sia da giovani (il ringiovanimento con IA e' strano nel risultato) che da meno giovani. Il film però soffre del limite dello spazio racchiuso che lo trasforma quasi in un kammerspiel stucchevole e noioso che tradisce l'idea di partenza dello script (del pur ottimo Eric Roth), un graphic novel dell'americano Richard McGuire. Questa sofferenza lo imprigiona in una mera operazione stilistica che poco emoziona e interessa perché si ha l'impressione di guardare una storia già vista altre volte, seppur raccontata in modo differente. Detto ciò il film è senza dubbio originale e merita la visione. Al cinema.
Archivio
giovedì 30 gennaio 2025
giovedì 23 gennaio 2025
PiCCOLE COSE COME QUESTE di Tim Mielants
Billy è un padre di famiglia che lavora sodo come mercante di carbone in un paesino dell’entroterra irlandese nel 1985. Ha una famiglia numerosa, cinque figlie e una moglie che lo appoggia e lo aiuta con il suo lavoro. Un giorno, poco prima di Natale, incontra per la strada un ragazzino che va a scuola con una delle figlie, e chiedendogli se gli serve qualcosa finisce per dargli delle monete per comprarsi un regalo. Questo avvenimento inizia a riportare Billy indietro nel tempo, a quando con la madre single, domestica, viveva presso una ricca signora e al suo essere bimbo senza un padre. Hanno avuto l'occhio lungo Matt Damon e Ben Affleck a produrre questo piccolo film molto appassionato e emozionante. La direzione è affidata a Tim Mielants, regista belga premiato in patria per alcuni film precedenti (Will; De Patrick) e noto per la regia della serie “The responder”: dirige con mano ferma e decisa, permettendosi anche vari piani sequenza che arricchiscono l’opera. Sceneggiato da Enda Walsh (pluripremiato per lo script di “Hunger” di Steve McQueen) e tratto dal libro omonimo di Claire Keegan il film si distingue, oltre che per la vicenda (che cresce piano con la forza impetuosa che hanno i ricordi), anche per l'ottima interpretazione di Cillian Murphy. Dopo l'Oscar per “Hoppenheimer” l'attore si misura con questo ruolo all'apparenza semplice che sviluppa anche da un punto di vista fisico. I suoi sguardi, la forza espressiva del volto e del corpo forniscono la maschera necessaria a raccontare le vicende di Billy, uomo che dovrà scegliere se dimenticare il proprio passato o provare almeno a modificare il riflesso che esso ha nel suo presente. Un film esemplare, un gioiellino interessante che arriva con forza dritto al cuore. Nel cast, in un ruolo piccolo e fondamentale Emily Watson, premiata al Festival di Berlino 2024 come migliore attrice non protagonista. Da non perdere. Al cinema.
martedì 14 gennaio 2025
L'ABBAGLIO di Roberto Andò
Partendo da Quarto (a Genova) il generale Garibaldi (il solito camaleontico Tommaso Ragno) aiutato dal colonnello Vincenzo Giordano Orsini (un grande Toni Servillo) arruolò e condusse in Sicilia mille uomini allo scopo di sconfiggere i Borboni e creare così il Regno d’Italia sotto la guida di Vittorio Emanuele II. Il nuovo film di Roberto Andò è un’opera storica da lui ben scritta (con Ugo Chiti e Massimo Gaudioso) che segue molto le vicende del colonnello Orsini: questi condusse uno sparuto gruppo di soldati verso l’interno dell’isola per farsi inseguire dai borbonici che lasciarono così sguarnita la milizia a Palermo e facilitarono l’entrata di Garibaldi nella città sicula. Seguendo poi un breve racconto di Leonardo Sciascia (Il silenzio) che molto sta a cuore al regista siciliano (lo scrittore fu suo mentore) mostra un episodio poco conosciuto all’interno della missione di Orsini. Il risultato è un ottimo affresco storico in cui si respira un’aria patriottica: si percepisce la forza dello spirito idealistico che guidò Garibaldi verso la libertà dei popoli oppressi dai borbonici, genti di tutte le regioni e i dialetti d’Italia riuniti per sconfiggere lo straniero. L’opera sembra chiedersi, col senno di poi, se non fu tutta un’illusione, quella di combattere tutti uniti per uno scopo comune. C’è un discorso interessante che affiora a tratti sul concetto di libertà e sull’importanza di battersi per questo valore. Nel percorso affabulatorio introduce anche le vicende tragicomiche di due siciliani (gli ottimi Salvatore Ficarra e Valentino Picone) che si arruolano per motivi personali, disertano, e in seguito giocheranno un ruolo fondamentale all’interno della storia. Ottime interpretazioni anche di Giulia Andò, Leonardo Maltese, Pascal Greggory e della sempre magnifica Giulia Lazzarini. Da vedere, al cinema.
martedì 7 gennaio 2025
EMILIA PEREZ di Jacques Audiard
Rita (una strepitosa Zoe Saldana) è una giovane avvocata messicana che scrive i testi delle arringhe per il suo capo. È molto insoddisfatta del suo lavoro e quando riceve una telefonata da un uomo misterioso che le chiede se vuole essere ricca, accetta di andare all'appuntamento che l'uomo le propone. Al luogo indicato viene però rapita, incappucciata e trasportata al cospetto di Manitas Del Monte, boss di un potente cartello della droga che le fa una proposta di lavoro. Rita accetta e da quel momento la vita di entrambi non sarà più la stessa. Jacques Audiard scrive (!) e dirige un film particolare che gioca con i generi (letteralmente, è il caso di dirlo): commedia, dramma, musicale. Per cui può capitare che l'attrice Karla Sofia Gascon (più che giustamente premiata quale miglior attrice a Cannes 2024) interpreti un doppio ruolo, sia maschile che femminile. Per lei, prima attrice transgender a essere premiata a un festival, deve essere stata una sfida e una soddisfazione notevole. Il film è musicato nel senso che spesso invece di dialogare i personaggi cantano e ballano, ma il tutto è leggiadro e magnetico, senza forzature. E caratterizzato: il boss Manitas per convincere Rita "canta" un rap sussurrato e efficace. Il ritmo del film è serrato e se per i primi 30 minuti vola e travolge, rallenta nella parte centrale per dare spazio alla vicenda per poi volare nuovamente nell'ultima parte. Un film forte, che Audiard, regista 72enne in ottima forma, dirige con mano decisa e ben ferma, tutto è calibrato, senza sbavature o lungaggini. Anche perché i suoi sono personaggi forti, dei combattenti che non si fanno piegare dalla vita. Il suo cinema è fatto di storie uniche e irripetibili, storie di incontri tra uomini (e donne) e mondi apparentemente inconciliabili vuoi per etnia (Dheepan), vuoi per classi sociali (Un sapore di ruggine e ossa), vuoi per disabilità (Sulle mie labbra). E questo bellissimo e intrigante Emilia Perez è un film dalla trama geniale e dalla sostanza carnosa, pulsante come il cuore che racconta di sentimenti, di violenza e tenerezza, di rivalsa e di amore. E di travolgente magia, perché il cinema è magico, ci trasporta in mondi a volte lontani da noi e dalle nostre vite eppure (ci) parla, nutre la nostra anima e i nostri desideri. Come una ninna nanna al contrario, cantata a mezza voce da una bambina alla madre, e non viceversa. Musiche scritte da Camille Dalmais e Clement Ducol, testi anche dello stesso Audiard. È un film premiato ovunque, a partire dai recenti Golden Globe (Miglior film commedia o musicale, Migliore attrice non protagonista a Zoe Saldana, Miglior film straniero, miglior canzone “El mal”) per arrivare a Cannes 2024 (Premio interpretazione femminile al cast femminile, Premio della Giuria), passando per lo European Film Awards 2024 (Migliori film, regia, interprete Karla Sofia Gascon, sceneggiatura, montaggio) e altri ancora. Da vedere e rivedere, possibilmente in lingua originale, al cinema.



