Rosa (Ariane Ascaride) vive a Marsiglia con i
figli e conduce un’esistenza frenetica che si divide tra la famiglia, il lavoro
di infermiera prossima alla pensione e le riunioni per decidere la lista dei candidati
per le prossime elezioni municipali. Poi conosce Henri (un magnifico Jean-Pierre
Darroussin), il padre della ragazza che suo figlio sposerà e di colpo la sua
vita si trasforma e così si rende conto che non è mai troppo tardi per realizzare
tutti i propri desideri. Sembra un film esile, eppure la nuova opera di Robert
Guediguain ha una profondità lieve sia nella storia che nei personaggi. Ed è proprio
questa lievità, questa leggerezza d'animo ma non di impegno (a qualunque
livello, sociale, politico, sentimentale) che spesso caratterizza il cinema del
regista francese. In questo caso poi il film, scritta insieme a Serge Valletti non
segue la struttura classica dello script (introduzione dei personaggi, conflitto
e risoluzione), elimina il conflitto che è molto tenue e nonostante ciò tutto scorre
godibile, senza cadute di ritmo o noia. È come se i personaggi di Rosa, di cui
conosciamo molto, e di Henri, di cui sappiamo poco, siano pervasi di una propria
vita(lità) che riempie la storia della loro passione. Grande ruolo gioca anche
la città di Marsiglia, non solo perché il regista, gli interpreti e il cosceneggiatore
vi sono nati ma perché il film parla della città, traendo spunto dal crollo,
nel 2018, di due vecchi edifici che provocarono
morti e lacerazioni nelle famiglie del quartiere. L’operazione filmica è poi cucita
appositamente su un gruppo di attori sia giovani (Robinson Stévenin e Lola Neymark)
che meno (i già citati Ascaride, Darroussin
e Gérard Meylan) molto convincenti e nella parte. Un film delizioso, emozionante
e toccante che parla al cuore e all’anima e non solo di sentimenti ma di impegno
civile e sociale. Da non perdere. Al cinema.
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