Gary Johnson è un timido insegnante di filosofia con l'hobby dell'informatica che saltuariamente fornisce consulenze per la polizia locale. Un giorno un agente gli chiede, a causa di sfortunate coincidenze, di impersonare un killer per incontrare qualcuno che assolda figure del genere in modo da farlo arrestarlo e prevenire i crimini. Gary pur riluttante si presta all'operazione che va a buon fine e da allora viene spesso chiamato a impersonare la figura del sicario. In questo modo diventa sempre più abile nei travestimenti e negli atteggiamenti da prendere e sviluppa una vera e propria personalità diversa da lui, Ron. Tutto va bene finché un giorno viene contattato da Maddy, una donna che vuole far uccidere il marito. L'ultimo film di Richard Linklater parte dalla storia vera descritta in un articolo di Skip Hollandsworth apparso su "Texas monthly" nel 2001 e sceneggiato dal regista e dall'interprete del film, l'ottimo Glen Powell (Tutti vogliono qualcosa, Fast food nation). La pellicola ha un buon ritmo e si segue bene, merito senz'altro del buon cast di attori poco noti che però funzionano e della scrittura del plot, a mezza via tra la commedia e il film d'azione, un melange che coinvolge e convince. Forse rispetto a altri film di Linklater (si pensi al magnifico “Boyhood”, ma anche a “Prima dell'alba”) un'opera minore, eppure accattivante e piacevole. Da vedere, al cinema.
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giovedì 29 agosto 2024
martedì 20 agosto 2024
L'INNOCENZA di Hirokazu Kore'eda
Minato è un preadolescente silenzioso e
tranquillo che improvvisamente inizia a comportarsi in maniera strana. La
madre, vedova e impiegata in una stireria sospetta che qualcosa non vada bene e
va alla scuola del figlio per parlare con l'insegnante, il quale nega di aver
maltrattato o punito il figlio. Minato stringe amicizia con un suo coetaneo,
Eri, i due diventano inseparabili. Tuttavia a casa Minato sembra sempre
distante agli occhi della madre. La storia, raccontata dalle angolazioni
differenti della madre, del maestro e del figlio, svelerà delicatamente la
verità. Dopo la pausa coreana de "Le buone stelle" il regista
Hirokazu Kore'eda torna in patria per raccontare una storia intimista e
toccante, quella dell’amicizia forte che si crea tra ragazzi e la confusione
che tale legame può creare in loro. Va detto che il titolo originale del film,
"Monster", era più calzante perché dava l'idea di come tutto quel che
non si capisce di una relazione, che sia amicizia o amore è scambiato dagli
adulti per una "mostruosità". Il titolo italiano invece punta
l'accento sul significato della mancanza assoluta di colpa in chi vive questi
sentimenti. Un film delicato e toccante e che ricorda per certi versi quel magnifico
"Close" di Lukas Dhont, anche se lì è accentuato il pregiudizio e la critica
da parte dei propri coetanei. Kore'eda punta il dito invece sulla confusione e
i dubbi tipici degli adolescenti (e non solo). Premiato più che giustamente a
Cannes 2023 per la migliore sceneggiatura a Sakamoto Yuji, il film, che vanta
anche l’ultima colonna sonora di Ryuichi Sakamoto (che riuscì a scrivere solo
due composizioni per pianoforte), è da non perdere. Al cinema.