Laura, Mira e Steffi sono sorelle di età diverse
che vivono da sole: è estate e la madre è "scomparsa" a Natale,
abbandonandole alla loro vita. Laura ha 15 anni e protegge la sorellina Steffi
di 7 anni come una madre; inoltre difende la 12enne Mira quando è attaccata da
altri compagni di scuola, luogo che tutte frequentano. Si arrabattano in vari
modi per mantenersi: chiedono il detersivo alla vicina o rubano generi
alimentari al supermercato con brillanti escamotage. Oltre che a occuparsi
delle sorelle Laura prova a vivere come ogni adolescente, cercando di
divertirsi, fumando erba o ubriacandosi, o ancora penetrando nelle case e ville
vuote per stare nelle loro piscine o "rubare" attimi di serena normalità
sdraiata sul letto o guardando la televisione. E quando tutto sembra andar bene
incombe la visita dell'assistente sociale. C'è molto cinema nella fulminante
opera prima della 36enne svedese Mika Gustafson: l'inizio tutto su Laura con
camera a spalla e gran ritmo ricorda un po' quel "Rosetta" che nel
1999 diede il via ai fratelli Dardenne; mentre entrare nelle case altrui
ricorda un po’ "Ferro 3" di Kim Ki Duk: anche qui Laura, le sorelle e
le amiche lo fanno per entrare nelle vite degli altri o per l’illusione di
un'altra vita. Non ci sono manierismi né compiacimenti, la regista segue le vicende
delle sorelle senza giudicarle, le mostra nella propria bellezza di esseri che
cercano di vivere senza la presenza di un adulto. Perché gli adulti non sono
quasi presenti e se lo sono non sono d'aiuto quasi mai. Un film toccante, che,
senza mai sfiorare il pietismo, commuove (nel senso più puro del termine,
commuoversi = muoversi con, partecipare) e arriva là dove deve, al cuore e all'anima.
Forte di tre giovani attrici incredibili e di una scrittura rigorosa, ha vinto
la sezione Orizzonti a Venezia 2023 come miglior regia e miglior regista sotto
i 40 anni. Un film forte, delicato, ispirato, che non scivola via tanto
facilmente. Da non perdere. Al cinema.
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