Licia Celeste e i figli
piccoli Luigi e Alessandro vivono in un quartiere periferico di Roma. Il padre,
Franco, è in carcere per una rapina a mano armata. Quando esce la moglie è impaurita,
cambia la serratura alla porta e lo stato di famiglia all'anagrafe: l'uomo infatti
la brutalizza, la picchia e le incute un terrore che perfino i bambini sono costretti
a subire. La donna chiede aiuto e l'uomo è allontanato, i figli separati dalla
madre. Dopo anni si ritrovano uniti e vivono ancora insieme, ma Franco torna a
incutere terrore alla moglie. Famiglia è una parola che deriva dal latino,
familia, con cui si indicava, all'epoca degli antichi romani, il gruppo di
servi e schiavi (ma anche figli e moglie) che erano proprietà del capo della casa.
In questo senso va letto il titolo del nuovo, potente e terribile film di Francesco
Costabile, qui alla seconda prova registica di finzione dopo il precedente
"Una femmina" del 2022. Familia è un'opera notevole che parla di
patriarcato, di maltrattamenti sulle donne, del rapporto tossico che spesso si
crea e di violenza assistita: ovvero di un tipo non fisico ma psicologico che,
se viene vista da un bambino (per esempio il padre che picchia la madre) sconvolge
la sua mente giovanile e lo può portare a svariati effetti. Inoltre il film è ancora
più spaventoso perché tratto da una storia vera: il soggetto attinge al libro
di Luigi Celeste "Non sarà sempre cosi" basandosi sul suo vissuto. In
seguito il regista scrive la sceneggiatura con Vittorio Moroni e Adriano
Chiarelli, trasporta la storia da Milano (zona Giambellino) a Roma e lo arricchisce
con scelte e visioni registiche interessanti. Non si pone come essere giudicante,
il suo occhio coglie con sapienza intellettiva e filmica quegli aspetti, anche
nascosti, dell’oscurità dell’animo e dei delicati e profondi rapporti umani
all'interno di quel microcosmo della società che è la famiglia. Una fami(g)lia
che è carente (cui potrebbe mancare la "g" per essere perfetta) di
amore, di dialogo, di sicurezza. E di rispetto: della vita, degli affetti che
bisogna imparare a gestire e non a prendere o a pretendere. Il film inoltre mostra
come il nostro paese (che cancellò il delitto d'onore solo nell'agosto del
1981), non fosse preparato in termini di aiuto alle donne maltrattate né ai
loro figli: la legge anti stalking arrivò solo nel 2009! Il film vanta un cast
di attori notevoli, a cominciare dal giovane Francesco Gheghi (a Venezia premio
Orizzonti per la miglior interpretazione maschile), Francesco Di Leva (Premio Pasinetti),
Barbara Ronchi, Marco Cicalese, Tecla Insolia (a Venezia, premio Nuovoalmaie
Talent Award per la miglior attrice esordiente). Un film da vedere. Al cinema.
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